giovedì 10 marzo 2011

La partecipazione di Vizzani alle iniziative di CasaPound è incompatibile con le cerimonie in ricordo delle Fosse Ardeatine e del 25 Aprile

Per ben due volte – nelle sedute del 24 febbraio e del 3 marzo -  è stato impedito al Consiglio del XIII Municipio di discutere l’ordine del giorno col quale le forze antifasciste del territorio chiedono al Presidente del Municipio Giacomo Vizzani e a tutta la sua Giunta di chiarire la propria posizione nel quadro politico-istituzionale della Repubblica stante la partecipazione congiunta,in veste istituzionale, alla manifestazione del 12 febbraio organizzata dai “fascisti del III millennio” di casa pound. L’aver scelto deliberatamente di non discutere l’ordine del giorno è la dimostrazione delle connivenze di Vizzani e della giunta di destra con questa organizzazione neofascista.
Ricordiamo che il contenuto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana stabilisce testualmente che: “ è vietata la riorganizzazione,sotto qualsiasi forma,del disciolto partito fascista e che la Legge 20 giugno 1952 n°645,(emanata in attuazione della disposizione transitoria della Costituzione testè citata) meglio conosciuta come legge Scelba, all’art.4 sancisce il reato commesso da chiunque “pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo,oppure le sue finalità antidemocratiche”.  
Ricordiamo, tra l’altro, che casa pound è la  stessa organizzazione neofascista i cui aderenti a dicembre avevano tentato la provocazione di aprire abusivamente un proprio covo ad Acilia(in un luogo simbolo per tutti i democratici)sotto la lapide che ricorda il sacrificio di Lido Duranti. 
La stessa i cui aderenti hanno imbrattato Piazza Capelvenere con simboli e scritte inneggianti al fascismo. 
La stessa i cui aderenti si sono resi protagonisti di innumerevoli minacce e intimidazioni nei confronti di studenti e militanti democratici. 
La stessa i cui aderenti si sono resi protagonisti delle violenze di Piazza Navona.
Vogliamo esprimere,quindi,la nostra viva preoccupazione per questi sentimenti “nostalgici” manifestati dalle forze della coalizione di governo del nostro Municipio; pensiamo che una nuova e migliore società possa essere costruita tutti insieme intorno ai valori espressi dalla nostra Costituzione. Valori di libertà e democrazia,valori d’uguaglianza e fratellanza tra gli uomini e tra i popoli
Il Coordinamento antifascista del XIII Municipio ritiene perciò inopportuna la partecipazione dei rappresentanti di governo del  Municipio stesso,alle cerimonie del 24 marzo per la commemorazione dei Martiri delle Fosse Ardeatine e del 25 aprile per la Festa della Liberazione,qualora non vi sia una chiara presa di distanza da qualsiasi organizzazione neofascista attraverso la discussione del documento iscritto all’ordine dei lavori del Consiglio Municipale.
Il Coordinamento antifascista del XIII Municipio auspica che le istituzioni Municipali vorranno collaborare con le forze democratiche di questo territorio affinchè vengano isolate queste organizzazioni che si richiamano all’ideologia fascista condannata dalla storia,dalle genti e dalle leggi vigenti;che ci si ponga nel solco delle tradizioni democratiche affinchè prevalga un sano e proficuo confronto anche tra forze diverse e politicamente contrapposte ma unite da una matrice comune: la Costituzione ed i valori in essa rappresentati.

Coordinamento antifascista XIII Municipio

A.N.P.I.
Federazione della Sinistra
IDV
Partito Democratico
Sinistra Ecologia Libertà
Verdi

  

martedì 22 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA XIII° MUNICIPIO 22.2.2011

L’Associazione Nazionale dei Partigiani del XIII° Municipio esprime stupore e rammarico per la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni municipali alla commemorazione della “giornata del ricordo” accanto ad organizzazioni movimentiste di stampo neofascista; la legge n° 92 del 2004, istitutiva della giornata del ricordo, auspica che il 10 febbraio sia un giorno, devoluto a: (testualmente)” diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e per la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate”.
La legge intendeva, chiaramente, favorire l’approfondimento dei temi, da una parte, ed il confronto ed il dibattito, dall’altra, tra forze politiche con sensibilità diverse ma riunite dal condiviso riconoscimento dei valori costituzionali.

Ricordiamo che proprio qualche mese fa un gruppo di ragazzi appartenenti all’ organizzazione neofascista “casa Pound”, cioè la stessa che ha organizzato la fiaccolata in piazza Anco Marzio ad Ostia Lido, aveva occupato abusivamente un’immobile in piazza capelvenere, in Acilia, ed in piazza erano apparse scritte inneggianti al fascismo e offensive delle rappresentanze democratiche ivi presenti.

Per questo chiediamo al Municipio XIII ed in particolare al suo Presidente di chiarire il proprio rapporto con queste organizzazioni.
   
Vogliamo esprimere la nostra viva preoccupazione per questi sentimenti “nostalgici” manifestati dalle forze della coalizione di governo del nostro Municipio; pensiamo che una nuova e migliore società possa essere costruita tutti insieme intorno ai valori espressi dalla nostra Costituzione, valori di libertà e democrazia, valori d’ uguaglianza e fratellanza tra gli uomini e tra i popoli.

L’ANPI del XIII° Municipio è certo che le istituzioni municipali vorranno collaborare con le forze democratiche di questo territorio affinché vengano isolate queste organizzazioni che si richiamano all’ideologia fascista; auspichiamo che ci si ponga nel solco delle tradizioni democratiche affinché prevalga un sano e proficuo confronto anche tra forze diverse e politicamente contrapposte ma unite da una matrice comune: la Costituzione ed i valori in essa rappresentati.
    

mercoledì 12 gennaio 2011

Il mondo che vorremmo

Si discute, ormai da tempo nei salotti buoni della politica, degli effetti fasti e nefasti della globalizzazione con toni e termini di carattere rituale che non hanno lasciato sul campo soluzioni degne di nota.
Nella vasta produzione letteraria i politici e studiosi nostrani hanno a lungo teorizzato la necessità che l’Europa esportasse modelli di crescita economica, verso i Paesi cosiddetti in via di sviluppo, compatibili con la protezione dei diritti dei lavoratori, così come si erano venuti elaborando in un paio di secoli dalla rivoluzione industriale, salvo poi, alla prima resa dei conti con la realtà, abbandonare tutto e tutti sposando, sostanzialmente, le teorie neoliberali.

Senza ripercorrere tutta la storia delle lotte sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori italiani possiamo rifarci a quella che può essere considerata la sintesi di un’organizzazione equilibrata della società, nei suoi diversi aspetti costitutivi, realizzata dalla nostra Costituzione promulgata, lo ricordiamo, nel 1948.

La Costituzione delinea un modello di società imperniata sull’Essere Umano così come elaborata dalla sintesi delle tre grandi correnti di pensiero politico comunista, democristiano e socialista; il lavoro e la famiglia sono i due corpi sociali fondamentali nei quali si esplica la libertà e la dignità della persona: nel primo l’uomo consuma gran parte della sua esistenza e delle proprie relazioni sociali, nel secondo realizza le più intime aspirazioni.

Questa impostazione, annunciata nei “principi fondamentali”agli articoli 3 e 4, viene formalizzata nel “titolo III”  dedicato ai rapporti economici (artt. 35 e segg.) dove si delinea una subordinazione dell’impresa (art. 41, 2° e 3° comma) all’utilità sociale e della proprietà (art. 42, 2° comma) alla funzione sociale.
Il lavoro, di contro, viene protetto in tutte le sue forme ed applicazioni (art. 35, 1° comma) ed è considerato il veicolo fondamentale per assicurare libertà e dignità alla persona (art. 36, 1° comma).
Come si dice nel mondo del diritto il legislatore costituente, nel soppesare i vari interessi, ha ritenuto prevalente quello del lavoro su quello della proprietà e dell’impresa trattati nel medesimo titolo.

Ora non è chi non veda come la società che si è andata configurando, soprattutto in questo ultimo quindicennio, è una società che ha ribaltato i valori costituenti: il fisco (tassazione del lavoratore dipendente nettamente sfavorita rispetto alle rendite finanziarie e immobiliari), la sicurezza sul lavoro (l’esigenza di produzione passa anche sulla vita degli esseri umani), l’abbandono scolastico e la sottrazione di risorse all’istruzione di ogni ordine e grado, il progressivo smantellamento del sistema del welfare, sono solo alcuni esempi del progressivo scadimento delle politiche dei governi nei Paesi industrialmente avanzati; ribaltamento che ha favorito la concentrazione della ricchezza del Paese nelle mani di una parte sempre più esigua dei cittadini tanto che oggi il primo decile della popolazione possiede il 47% della ricchezza e, quel che più preoccupa, con trend in aumento.

Il caso FIAT non è in realtà che il caso più evidente dell’incapacità del governo attuale di svolgere la sua funzione di gestore della politica economica e finanziaria nazionale. Lo Stato di diritto nasce per sottrarre il popolo all’arbitrio dei potenti, il libero mercato in qualche modo segna il ritorno all’ancien regime, questa volta basato sul capitale invece che sul casato d’appartenenza.
Uno Stato di diritto governa l’economia, raccoglie le risorse dove sono in eccesso e le rialloca dove è necessario; nei casi in cui non arriva da solo sollecita la collaborazione e la cooperazione degli altri Stati attraverso le istituzioni internazionali all’uopo preposte. La crisi finanziaria determinata dai sub-prime ha dimostrato che nel mondo non esiste la mano invisibile di smithiana memoria che regola ottimamente il mercato ma occorre che siano gli Stati, ovvero l’essere umano, a governare i fenomeni.

Occorre, in buona sostanza, rimettere l’Uomo al centro ed arrestare questa corsa verso il nulla che qualcuno chiama progresso ma che in realtà non è perché quest’ultimo si può misurare solo in relazione al miglioramento delle condizioni di vita dell’essere umano stesso: da questo punto di vista non possiamo parlare che di regresso!
La nostra ferma volontà deve essere ora e sempre quella di opporci a questo modo di vedere il mondo, quella di combattere affinché vengano attuati i saggi principi così ben espressi e delineati nella nostra carta costituzionale.